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Allarme da Venezia:

«Le microplastiche soffocano il mare»

VENEZIA. Se in media su ogni chilometro quadrato di acque superficiali del mare Adriatico galleggiano 332 rifiuti, nel golfo di Venezia – che va dalla Punta di Goro nel Delta del Po fino a Capo Promontore in Istria – si superano anche i mille rifiuti per chilometro quadrato: ovvero il triplo della media.

Lo studio di Ca’ Foscari ha così trovato fino a 2.350 particelle per metro quadro di sabbia di microplastiche la cui pericolosità sta proprio nelle ridotte dimensioni, che le rendono facilmente ingeribili dagli organismi marini, dalle balene che li scambiano per fitoplancton, a mitili e crostacei. Le microplastiche finiscono così per arrivare, attraverso l’alimentazione, anche nell’organismo dell’uomo con rischi notevoli, anche se non ancora del tutto provati, visto che, per esempio, le bottigliette di plastica dei detersivi, il polistirene e il polistirene espanso (polistirolo), sono le plastiche che più facilmente assorbono inquinanti chimici come il pirene, composto tossico, cancerogeno per reni e fegato. Anche le diossine vengono intrappolate dalle microplastiche che poi vengono assorbite dai mitili, finendo, dunque, nei nostri piatti.

Di Gianni Favarato, 2017

Plastiche e microplastiche in mare: la situazione nelle acque del litorale veneto

Relativamente alle microplastiche, Arpav effettua indagini su due aree antistanti, rispettivamente i litorali di Venezia e Rosolina, con campionamenti superficiali tramite un retino chiamato Manta.

Le microplastiche così campionate sono successivamente conteggiate e identificate allo stereomicroscopio suddividendole in base al colore ed alla forma (sfera, filamento, frammento, foglio) che ne determina la loro origine.

La presenza di tali rifiuti è correlata a quella delle microplastiche in quanto queste ultime originano sia dall’uso umano diretto (microgranuli dei dentifrici, filamenti dei tessuti, etc.) sia dalla disgregazione di rifiuti plastici di dimensioni più grandi. Dal conteggio delle microplastiche effettuato fino ad oggi, è emerso infatti che la maggior parte dei rinvenimenti appartiene alle categorie “frammenti”, che originano dalla disgregazione di pezzi di plastica più grandi, e “fogli” che derivano generalmente dalla disgregazione di sacchetti di plastica. I filamenti hanno origine dal lavaggio dei tessuti in lavatrice che porta alla perdita di fibre sintetiche che per la loro ridotta dimensione non vengono trattenuti dai filtri. Le sfere infine provengono dai cosmetici, quali dentifrici o creme con “microgranuli”.

SNPA ArpaVeneto 04/06/2018

Agenzia provinciale
per l’ambiente e la tutela del clima

Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige

In luglio 2019 il Laboratorio biologico ha avviato per la prima volta un campionamento esplorativo per rilevare la presenza di microplastiche nei sedimenti ripariali del fiume Adige, il principale corso d’acqua delle province di Trento e Bolzano.

La prima parte del campionamento ha riguardato il censimento delle macroplastiche presenti nell’area di ricerca e ha permesso di individuare la presenza di un numero piuttosto elevato di oggetti/rifiuti, prevalentemente in plastica, con una densità finale di 0,1 oggetti per m2. Per quanto riguarda le microplastiche (MP), è stata riscontrata una concentrazione complessiva di 842,67 microplastiche per m2. Le microplastiche rinvenute erano di diversa forma e colore, relative sia alle large microplastic (LMP), che alle small microplastic (SMP). Se si analizza la densità delle singole tipologie di microplastiche presenti nei campioni di small microplastic si nota come i filamenti rappresentino l’85% del totale, mentre nei campioni di large microplastic predominano i frammenti a forma di lamina, con una concentrazione del 53%.

I risultati da noi rinvenuti sono confrontabili con quelli trovati nell’ambito di altre ricerche analoghe, tra cui quelle svolte sul lago di Garda con 1108 MP/m2. Si tratta di valori che rientrano nella media, ma che sono un chiaro esempio di come anche nei nostri corpi idrici siano presenti microplastiche. La prevalenza di filamenti, come rilevato anche da altri studi condotti su laghi e fiumi, è probabilmente causata dal lavaggio dei tessuti sintetici, non trattenuti dagli impianti di depurazione. Le microplastiche si trovano ormai ovunque.

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