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Pane Quotidiano - Vanessa Carlesso Borti

Scoperta e quantificazione dell'inquinamento da particelle di plastica nel sangue umano.

Quattro polimeri ad alto volume di produzione applicati nella plastica sono stati identificati e quantificati per la prima volta nel sangue. Il polietilene tereftalato, il polietilene e i polimeri di stirene (un parametro di somma di polistirene, polistirene espanso, acetonitrile butadiene stirene ecc.) sono stati i più incontrati, seguiti dal polimetilmetacrilato. Il polipropilene è stato analizzato ma i valori erano al di sotto dei limiti di quantificazione. In questo studio su un piccolo gruppo di donatori, la media della concentrazione somma quantificabile di particelle di plastica nel sangue era di 1,6 µg/ml, mostrando una prima misurazione della concentrazione di massa della componente polimerica della plastica nel sangue umano.

Environment International  www.sciencedirect.com
Heather A.LeslieaMartin J.M.van VelzenaSicco H.BrandsmaaA. DickVethaakabJuan J.Garcia-VallejocMarja H.Lamoreea May 2022

Le microplastiche finiscono nel sangue, c'è la prima prova.
Trovati soprattutto Pet e polistirene


I risultati, pubblicati sulla rivista Environment International, sono stati ottenuti dal gruppo di lavoro guidato alla ecotossicologa Heather Leslie e dalla chimica Marja Lamoree, nell'ambito del progetto Immunoplast.
I dati sono stati raccolti grazie all'analisi del sangue donato da 22 persone anonime, nel quale sono state cercate le tracce di cinque polimeri, ossia molecole che sono i mattoncini di cui è costituita la plastica, e per ciascuno di essi sono stati misurati i livelli presenti nel sangue.
È risultato che in tre quarti dei 22 campioni esaminati erano presenti tracce di plastiche e che il materiale più abbondante è il Pet (polietilene tereftalato) di cui sono fatte le bottiglie: è stata misurata una quantità di 1,6 microgrammi per millilitro di sangue, pari a un cucchiaino da tè di plastica in mille litri di acqua (una quantità pari a dieci grandi vasche da bagno).
È risultato molto comune anche il polistirene utilizzato negli imballaggi, seguito dal polimetilmetacrilato, noto anche come plexiglas.
Adesso, osservano le ricercatrici, resta da capire se e con quale facilità le particelle di plastica possono passare dal flusso sanguigno agli organi.
"Si tratta dei primi dati di questo tipo e ora - ha detto Lamoree - se ne dovranno raccogliere altri per capire quanto le microplastiche siano presenti nel corpo umano e quanto possano essere pericolose. Grazie ai nuovi dati sarà possibile stabilire se l'esposizione alle microplastiche costituisca una minaccia per la salute pubblica".


www.ansa.it Redazione Ansa, 25 Marzo 2022

Plasticenta: First evidence of microplastics in human placenta

Le microplastiche possono passare dall'ambiente agli organismi viventi, compresi i mammiferi. In questo studio, sei placente umane, raccolte da donne consenzienti con gravidanze fisiologiche, sono state analizzate mediante microspettroscopia Raman per valutare la presenza di microplastiche. In totale, 12 frammenti di microplastica (che vanno da 5 a 10 μm di dimensione), con forma sferica o irregolare sono stati trovati in 4 placente (5 nel lato fetale, 4 nel lato materno e 3 nelle membrane corioamniotiche); tutte le particelle di microplastica sono state caratterizzate in termini di morfologia e composizione chimica. Tutte erano pigmentate: tre sono state identificate come polipropilene colorato, un polimero termoplastico, mentre per le altre nove è stato possibile identificare solo i pigmenti, che erano tutti utilizzati per rivestimenti artificiali, vernici, adesivi, intonaci, vernici per dita, cosmetici e prodotti per la cura personale.

Environment International www.sciencedirect.com  AntonioRagusa
Received 16 August 2020, Revised 29 October 2020, Accepted 9 November 2020, Available online 2 December 2020, Version of Record 2 December 2020.

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