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Vanessa Carlesso Bortignon nasce il 12 luglio del 1996 a Bassano del Grappa, dove frequenta il Liceo Artistico e si diploma in Design del prodotto nel 2015. L’anno successivo si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia e nel 2020 si laurea in Scultura affrontando la tematica della percezione visiva dell'opera scultorea.
Attualmente sta proseguendo il percorso di studi in Scultura frequentando il Biennio nella medesima accademia. Tra 2021 e 2022 ha avuto modo di approfondire la sua indagine artistica all'Università di Belle Arti di Granada attraverso il programma Erasmus Plus. Dal 2017 ad oggi ha preso parte a diverse esposizioni collettive a Venezia, Belluno e Treviso. Il progetto Pane Quotidiano di Vanessa Carlesso Bortignon si focalizza sulla sedimentazione dei rifiuti di plastica lungo il litorale di Venezia, la loro trasformazione in microplastiche e la successiva dispersione all’interno della catena alimentare fino ad arrivare a tavola tramite il comune uso di sale e acqua.
L’artista intende evidenziare un problema universale e informare su una tematica a lei vicina, geograficamente e non solo. Con il suo lavoro vuole rendere visibile l’invisibile, mettendo letteralmente sul piatto la presenza sempre più preoccupante di queste piccolissime particelle nei mari, conseguenza di atti umani che vengono compiuti in modo diretto e indiretto.
Nell’opera di Vanessa Carlesso Bortignon è racchiuso tutto il presente che stiamo vivendo, quello provvisorio e instabile. Se quello che chiediamo all’arte (o che dovremmo chiedere), in questo particolare momento, è di sporgersi e inoltrarsi in territori scomodi e non rassicuranti, allora l’opera che vediamo in mostra è del tutto plausibile. È un lavoro che indubbiamente ha a che fare con il ruolo dell’arte oggi e che affronta in maniera concreta e materica la connessione con la realtà quotidiana, con l’esistenza delle persone e delle comunità. L’artista si pone contro l’appiattimento dato da un consumismo esagerato e lancia una provocazione critica al consumo, al bisogno di consumare e al piacere che ne deriva. La ricerca di Vanessa Carlesso Bortignon nasce dalla lettura di uno studio che stima l’apporto medio individuale di microplastiche in 5 grammi la settimana, come se ogni sette giorni ogni essere umano ingerisse una carta di credito.
Si tratta di un’informazione allarmante che l’ha portata a dare forma a una pagnotta amalgamata con acqua e plastiche raccolte lungo l’arenile di Venezia. Attraverso gli ingredienti, apparentemente genuini, impiegati in questa ricetta, l’artista intende innescare un’acuta riflessione su un argomento di interesse generale e rendere consapevole lo spettatore riguardo uno dei più gravi pericoli per il ciclo dell’ecosistema e per gli esseri umani: i rifiuti plastici. L’artista utilizza il cibo come portavoce del suo messaggio alla società, il pane diventa il soggetto della comunicazione, il mezzo simbolico ed efficace attraverso il quale il fruitore è invitato a esaminare e rivalutare le azioni di ogni giorno. Pane quotidiano rappresenta il contrasto tra la sicurezza alimentare e l’incertezza che viviamo nella quotidianità. Persino il pane, infatti, bene primario quanto comune per il nostro sostentamento, diventa metafora di un corpo e una casa profondamente contaminati da frammenti derivanti dall’azione umana stessa.

PANE QUOTIDIANO

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Una mostra di VANESSA CARLESSO BORTIGNON  - A cura di Stefania Rossi
 

VANESSA CARLESSO BORTIGNON nasce il 12 luglio del 1996 a Bassano del Grappa, qui frequenta il Liceo Artistico e si diploma in Design del prodotto nel 2015. L’anno successivo si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia e nel 2020 si laurea in Scultura affrontando la tematica della percezione visiva dell'opera scultorea. Attualmente sta proseguendo il percorso di studi in Scultura frequentando il Biennio nella medesima accademia. Tra 2021 e 2022 ha avuto modo di approfondire la sua indagine artistica all'Università di Belle Arti di Granada, attraverso il programma Erasmus Plus. Dal 2017 ad oggi ha preso parte a diverse esposizioni collettive a Venezia, Belluno e Treviso. La sua ricerca si focalizza sul tema della dispersione della plastica con conseguenze devastanti per il ciclo dell’ecosistema.

@carlessobortignon.vanessa

STEFANIA ROSSI nasce il 10 novembre del 1992 a Trento, città in cui nutre la sua propensione verso l’arte e la storia dell’arte. Si appassiona a questa disciplina durante gli anni passati all’istituto d’arte, per poi continuare a studiarla all’università dove si laurea in Beni Culturali.
In seguito partecipa a un progetto di formazione per Specialist nelle imprese culturali e creative, a Bolzano, in cui affronta e approfondisce gli aspetti tipici di un’impresa culturale-creativa.
Al momento è attiva in Alto Adige nel settore della cultura e della progettazione sociale: lavora come curatrice per Lasecondaluna, associazione culturale con sede a Laives (BZ), valorizzando il lavoro di giovani artisti emergenti sul territorio e favorendo l’incontro artistico tra Alto Adige e Trentino.

@s.rozzi

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